Chi ha familiarità con i principi di graphic design, sa che lo spazio (vuoto o negativo, in una sua accezione pessimistica…) è il luogo dove una composizione si sviluppa e prende vita. Lo spazio negativo ci consente di leggere la nostra composizione, di definirne il ritmo, il movimento e permette al lettore di seguire il percorso giusto per arrivare a leggere il messaggio. In questo caso il white space, cioè lo spazio bianco si riferisce alle aree vuote intorno e tra le immagini e il testo sullo schermo o della pagina.
Nel suo libro Design Elements, Timothy Samara afferma che “lo spazio richiama l’attenzione al contenuto, lo separa dai contenuti estranei che stanno intorno e dà agli occhi un luogo di riposo”.
Lo spazio bianco nella progettazione eLearning
L’apprendimento ha anche una sua versione di spazio che chiameremo bianco. Si riferisce in pratica allo spazio che i progettisti didattici offrono al pubblico nel corso di un’esperienza di apprendimento. E’ la pausa mentale, l’omissione intenzionale, il luogo di riposo che fornisce quel tempo e quello “spazio” affinchè i processi cognitivi naturali possano assorbire i contenuti e riflettere meglio su quanto presentato.
Questo aspetto può essere difficile da prevedere in un ambiente eLearning, poichè pensiamo che in questo contesto non esista un luogo dove potersi soffermare a riflettere.
Perché gli studenti hanno bisogno di uno spazio bianco?
Quando forniamo agli studenti uno spazio mentale, diamo loro la possibilità di “respirare”. E’ probabile quindi che, nel contesto eLearning, lo spazio bianco permetterà allo studente di rielaborare la conoscenza contenuta nella memoria di lavoro e comprendere le informazioni assimiliate. E’ probabile che attraverso lo spazio bianco lo studente riesca a rimuginare su un’idea, rielabolarla e assegnare un significato personale. Anche se lo spazio bianco sembra qualcosa di molto vago e intangibile, può essere espresso attraverso i concetti di ritmo, quantità e design.
Il ritmo
Nel contesto dell’eLearning, il ritmo di presentazione delle informazioni produce degli effetti nello spazio bianco. A prescindere dal tipo di contenuto presentato, il ritmo dovrebbe essere dosato per dare allo studente il tempo di assimilare le nuove informazioni nelle strutture di conoscenza già presenti, cioè in parole povere deve consentire l’apprendimento. Non bisogna buttare troppe informazioni nella mischia e vedere cosa poi succede. Piuttosto sarebbe utile che lo studente apprenda con un ritmo costante. Anche se il ritmo è molto soggettivo e può variare tra diversi soggetti, tutti hanno bisogno di uno spazio per imparare; tutti hanno bisogno di tempo e della possibilità di poter riflettere sulle cose e metterle in relazione con il proprio mondo interiore. L’obiettivo è quello di favorire la codifica nella memoria a lungo termine e di ottimizzare l’organizzazione delle informazioni per poter essere facilmente reperite.
La quantità di informazioni
La quantità delle informazioni presentate è un fattore molto importante. La scelta dei contenuti essenziali e la presentazione delle informazioni chiave favorisce i processi di apprendimento. Se siamo in grado di liberarci delle informazioni irrilevanti, gli studenti potrebbero concentrarsi realmente su ciò che è necessario sapere e imparare. Immaginante la memoria di lavoro come uno sgabuzzino: è piccolo, limitato e quindi non va ingombrato con fatti irrilevanti.
Il design
E’ una prerogativa alla quale non bisogna rinunciare visto che gran parte delle informazioni vengono percepite attraverso il canale visivo. E’ importante avere un design dello schermo “chiaro” e spazioso, cioè con tanti spazi bianchi. L’utilizzo di un efficace design in questo senso, produce un effetto calmante allo studente e gli consente di focalizzare meglio l’attenzione in un determinato punto dello schermo. L’biettivo primario è promuovere la chiarezza piuttosto che la confusione. E’ vero che esistono limitazioni fisiche del monitor e non abbiamo a nostra disposizione uno piano infinito su cui presentare le informazioni; è anche vero che di solito lo spazio tende a ridursi durante la progettazione, ma lo sforzo è proprio quello di cercare il giusto compromesso tra l’erogazione dei contenuti e le dimensioni del medium.