Comprendere la psicologia del colore è un aspetto importante nella creazione di una “tavolozza” di colori. Sebbene il colore sia talvolta considerato da alcuni designer come una scelta puramente estetica, in realtà è una componente chiave dell’impatto psicologico di un design sugli utenti e della sua UX. Una tavolozza di colori ben progettata può apportare dei miglioramenti qualitativi al design, mentre una altrettanto mediocre potrebbe abbassare la qualità fino a sminuirne l’esperienza complessiva.
Colore, marketing e marchi di fabbrica
Una ricerca del 2004 condotta dal Secretariat of the Seoul International Color Expo ha stabilito che oltre il 92,6% delle persone attribuiva le proprie decisioni di acquisto al colore e l’84,7% pensava che il colore di un prodotto fosse un fattore chiave nella scelta un prodotto. Solo il 5,6% ha affermato che la sensazione fisica attraverso il senso del tatto era la cosa più importante. L’udito e l’olfatto hanno attirato ciascuno lo 0,9 percento. Usato strategicamente, il colore è un potente strumento di marketing. Ha la capacità di attrarre e coinvolgere potenziali clienti e supportare le proposte di branding. Non a caso, gli annunci a colori vengono letti il 42% in più rispetto agli annunci in bianco e nero.
Un’altra ricerca condotta dal CCICOLOR – Institute for Color Research, afferma che le persone formulano un giudizio inconscio su una persona, un ambiente o un prodotto entro 90 secondi dalla visualizzazione iniziale e che tra il 62% e il 90% di tale valutazione si basa solo sul colore.
L’uso del colore può contribuire non solo a influenzare positivamente o negativamente i sentimenti dell’acquirente e l’atteggiamento dell’acquirente nei confronti del prodotto, ma anche a differenziare i marchi: soprattutto se il marchio è destinato a vendere. È necessario comprendere l’importanza del colore nel marketing, poiché i sentimenti e gli stati d’animo sono instabili e il colore gioca un ruolo importante nel plasmare gli atteggiamenti dei consumatori.
Gira su vari siti specialistici una citazione, la cui fonte è oggetto di dibattito, che afferma che “Il colore aumenta il riconoscimento del marchio fino all’80%”. Sebbene neanche io sia riuscito a trovare la famosa ricerca dell’Università di Loyola, nel Maryland, è innegabile che il colore gioca un ruolo fondamentale al riconoscimento di un logo. Si pensi ad esempio al rosso CocaCola o agli archi dorati di MacDonald’s.
Il famoso marchio americano Heinz che produce salse imbottigliate tra cui la salsa Ketchup, nel 2000, ha lanciato una salsa colorata di verde. Il prodotto si chiamava “Blastin Green”, ed era supportata dal colore verde di Shrek. Sull’onda del successo del film, all’epoca molto attuale, le vendite balzarono alle stelle portando l’azienda a guadagni milionari. E pazienza se il ketchup non veniva prodotto con pomodori verdi ma aggiungendo colorante alla salsa rossa! Quando il successo di Shrek, com’è normale che sia, iniziò a scemare, anche le vendite della salsa verde iniziarono a calare. Tant’è che dopo due anni, la Heinz, decise di far uscire dei ketchup di altri colori, dal rosa all’arancione. Tuttavia, non avvenne lo stesso successo insperato: la mancanza di una forte connessione di colore con qualcosa amato dai consumatori, come nel caso del personaggio di Shrek, indusse i consumatori a porsi delle domande, soprattutto sulla composizione chimica degli ingredienti, ritenendo alla fine i ketchup colorati come qualcosa di malsano per i bimbi, che erano i principali consumatori della salsa… Ecco quali danni può generare il colore.
Il 15 agosto 1998 i personal computer smisero di essere beige. Era un sabato e negli Stati Uniti arrivava nei negozi l’iMac G3. Ancora una volta la Apple stava cambiando tutto, non solo il colore in effetti, rinvigorendo un marchio che all’epoca stava subendo ingenti perdite per via della spietata concorrenza. Lo slogan degli iMac era: Sorry, no beige! (spiacenti, niente beige!). L’iMac fu il computer che si vendette con maggior rapidità nella storia dell’informatica e questo testimonia il successo dell’idea di base.
Colore e memoria
Il colore ci aiuta a memorizzare le informazioni aumentando il nostro livello di attenzione. Ma non solo, poiché il colore può rendere i contenuti più appetibili da leggere rispetto agli stessi annunci in bianco e nero. Siccome il cervello non può elaborare tutti gli oggetti visualizzati in una volta, il colore assume un ruolo fondamentale per enfatizzare o attenuare determinate aree di un display, o di un sito o di una pubblicazione.
Maggiore è l’attenzione focalizzata su determinati stimoli, maggiori sono le possibilità che gli stimoli vengano memorizzati in maniera permanente. Alcuni esperimenti hanno confrontato le presentazioni multimediali a colori e in bianco e nero rispetto alle prestazioni sulla memoria il risultato è che la presentazione multimediale colorata ha portato a una migliore attenzione rispetto alla presentazione in bianco e nero. Esistono poi secondo alcuni ricercatori, dei colori che hanno un effetto maggiore sull’attenzione, come i colori caldi rosso, giallo e arancione rispetto ai colori freddi come il marrone il grigio. Non a caso, il rosso è il colore comunemente accettato per segnalare pericoli o avvisi importanti, proprio per via della sua natura.
Colore e sensi umani
L’uomo preistorico ha sempre fatto affidamento al suo olfatto prima ancora della vista. Col tempo le cose sono cambiate e la vista ha assunto un ruolo primario rispetto all’olfatto, diventando la fonte primaria di tutte le nostre esperienze. Ci annoiamo per l’assenza di una varietà di colori e forme. Di conseguenza, il colore risponde a uno dei nostri bisogni neurologici di base per la stimolazione.
Colore, flora e fauna
Cosa dire poi del regno naturale e animale? I colori di alcuni animali sono troppo appariscenti e rivelano la posizione dell’animale ai loro predatori. Questa caratteristica potrebbe andare a discapito della loro sopravvivenza, tuttavia il colore funge da protezione, per via di un meccanismo naturale chiamato aposematismo: cioè la colorazione di una parte più o meno estesa del corpo di un animale – a fini di avvertimento – contro possibili predatori. Quindi la colorazione ha la funzione di allontanare il predatore ancora prima che incominci il suo attacco, con evidente beneficio della preda per cui anche un semplice morso potrebbe essere fatale.
Un discorso simile potrebbe essere fatto anche per alcuni tipo di fiori: perchè alcuni fiori sono cosi colorati e appariscenti? Per garantirsi la sopravvivenza. I colori sgargianti attirano insertti: quando un ape, una farfalla o un altro insetto si posano su un fiore per succhiarne il nettare, il corpo viene in contatto, per sfregamento, col polline, cioè il gamete maschile della pianta. Visitando subito dopo un fiore della stessa specie, sempre per sfregamento, il polline viene depositato rendendo possibile la fecondazione del fiore stesso. É un rapporto mutualistico: l’insetto ottiene nutrimento, la pianta una via privilegiata di propagazione.